28° Trofeo Nello Bonfanti Domenica 6 Marzo 2016,
Il Gran Premio Industria e Artigianato 2016, trentanovesima edizione della corsa, valevole come evento dell’UCI Europe Tour 2016 e della Coppa Italia 2016, di categoria 1.1, si è disputato il 6 marzo 2016 su un percorso totale di 199,2 km.
Ha vinto l’australiano Simon Clarke, arrivato con il tempo di 4h39’35”, alla velocità media di 39,87 km/h, davanti agli italiani Andrea Fedi, arrivato secondo, e Giovanni Visconti, piazzatosi terzo, entrambi a 33″ dal primo.
Partenza con 132 ciclisti, dei quali 74 hanno completato la gara.
Il G.P. Industria & Artigianato di Larciano parla ancora australiano. È Simon Clarke il vincitore dell’edizione 2016 caratterizzata da un ottimo gioco di squadra del team Cannondale.
La classica larcianese ha rispettato il copione, confermandosi come l’edizione del rilancio dopo la pausa attuata nel corso della stagione 2015. Una start list di spessore, con la Nazionale italiana e quella venezuelana a fare da corollario a livello partecipativo a 7 formazioni “World Tour” e 8 teams “Professional”; per un totale di 132 corridori schierati ai nastri di partenza.
Partenza alle ore 11:00 con il cielo, piuttosto plumbeo nel corso della mattinata, che ha regalato un quarto d’ora di pioggia prima del via, accompagnando gli atleti per una prima mezz’ora di gara e riaffiorando a sprazzi nel corso del pomeriggio.
Corsa che si è subito infiammata nelle prime battute, quando un plotone di 20 corridori ha cercato di prendere il largo. Al chilometro 10 sono 4 i corridori che hanno centrato l’obiettivo: Michael Schwarzmann (Bora-Argon 18), Pirmin Lang (IAM Cycling), Jasha Sutterlin (Movistar team) e Ramunas Navardauskas (Cannondale Pro Cycling). Un tentativo che oltre a caratterizzare gran parte della cronaca di corsa, è stato poi determinante per il risultato finale. I quattro procedono palesando un ottimo accordo e al chilometro 70 i battistrada raggiungono il massimo vantaggio, quantificato in 7’12” sugli immediati inseguitori.
È nel corso della quinta tornata che incominciano ad affiorare i primi segni di cedimento: al chilometro 130 desiste Jasha Sutterlin (Movistar team). Dietro a inseguire si fanno vedere parecchio attivi Andrea Fedi e Enrique Sanz (Southeast-Venezuela), Giovanni Visconti e Francisco Josè Ventoso (Movistar team) e Simon Clarke (Cannondale Pro Cycling).
Con il successivo cedimento di Michael Schwarzmann (Bora-Argon 18), a meno due giri al termine, la situazione di corsa presenta una coppia al comando composta da Pirmin Lang (IAM Cycling) e Ramunas Navardauskas (Cannondale Pro Cycling). Il forte del gruppo insegue a 1’33”.
Al suono della campana i battistrada possono contare sempre su un vantaggio di 1’24” sul primo dei quattro plotoni che sta inseguendo. Plotoni che ben presto si riuniscono, prima di riaffrontare per l’ultima volta l’ascesa al Fornello. Nel frattempo il lituano Navardauskas resta da solo al comando, distanziando l’ex compagno di fuga Lang di 24”. Il gruppo in recupero, è annunciato a 45”. Il determinato battistrada tiene quasi fino alla sommità della salita più impervia della giornata, ma è proprio sugli ultimi tratti che si fa sotto il compagno Simon Clarke. Si presenta così una situazione ottimale per i due portacolori del team Cannondale, consentendo all’ex attaccante di procedere attraverso un’ultima tirata che possa lanciare l’australiano verso il traguardo. Clarke resta da solo e allo scollinamento sul San Baronto il gap degli inseguitori è di 32”.
Sufficienti a consentire a Simon Clarke di presentarsi da solo sul rettilineo, festante, a braccia alzate. Andrea Fedi, che nel frattempo si era buttato in discesa all’inseguimento del fuggitivo, riesce a mantenere un esiguo vantaggio su Visconti ed Uran che si sono fatti sotto. 33” il gap del terzetto. Si susseguono poi tutta una serie di arrivi alla spicciolata, con 27 corridori che contengono il loro distacco al di sotto dei due minuti.
Dichiarazioni del vincitore: «A livello squadra abbiamo impostato la corsa alla perfezione. Con Navardauskas davanti siamo potuti restare tranquilli per gran parte della gara. Nel corso dell’ultimo giro, non appena ho visto che stava sopraggiungendo la vetta del Fornello, mi sono buttato all’inseguimento di Ramunas, con la consapevolezza che avrebbe potuto aiutarmi per rilanciare e prendere ulteriore vantaggio. Conosco le mie doti di discesista e sapevo che se in vetta al San Baronto avessi avuto un vantaggio di almeno 25”, sarebbe stata poi dura venirmi a prendere».